Negli ultimi due decenni, il mondo del cibo ha spalancato le sue porte: non abbiamo più bisogno di ristoranti stellati per vivere esperienze culinarie superlative e il mondo della moda, del design, e il lifestyle in generale, hanno rispecchiato e accolto tale cambiamento. In questo mondo alcuni nomi risuonano più o meglio di altri. Tra questi, quello di Laila Gohar.
Un’onda espressiva in punta di piedi: la forza artistica di questa giovane donna di origine egiziana trapiantata a New York, è dirompente, surreale, ironica e iconica; i suoi movimenti delicati e leggeri. Artista, performer e designer, Laila Gohar ha trovato nel cibo il suo oggetto, mezzo e linguaggio espressivo, realizzando con il suo studio e la sua raffinata ricerca installazioni e spazi pop-up in cui le sue visionarie fantasie prendono vita diventando attrazioni magnetiche ed esperienze commestibili durante i più grandi appuntamenti del gotha del fashion newyorkese e internazionale. Da quelle realizzate per il Met Gala ai lavori leggendari per Galeries Lafayette, Tiffany e Prada, le sue creazioni sembrano raccontare un rapporto magico e giocoso con l’universo organico, intimo e speciale della natura intesa come base di ogni esperienza espressiva.
Un mondo in cui a coronare un’atmosfera dal gusto vintage e immaginifico vivono o rivivono elementi umani che tornano come ricordi d’infanzia ed entrano a far parte dell’allestimento o della tavola.
In questa connessione ancestrale con la natura, in cui l’arte diventa strumento di espressione personale, CIAM e Laila Gohar hanno trovato il loro punto di contatto. L’incontro fra due strade, professioni e genius differenti, che hanno in comune un’idea di conservazione, bellezza, unicità e slancio verso il futuro. Durante le ultime due edizioni di Alcova, l’evento che nel corso delle Milano Design Week 2021 e 2022 ha ripopolato il Centro Ospedaliero Militare di nuove frontiere in innovazione, materia, sostenibilità e interazione sociale, CIAM e Laila Gohar hanno collaborato per la realizzazione di allestimenti in cui design, cibo, arte e natura invadessero gli spazi e le esperienze delle persone facendole diventare parte della stessa installazione. Nel set disegnato da Fabrizio Milesi, ingredienti comuni e poveri come le patate hanno dato forma a colonne rivestite in resina che sconfiggono la gravità partendo dai banchi e dalle vetrine refrigerate di CIAM.
Un caos calmo e ordinato che sembra al tempo stesso essere esploso per la sua energia indomabile, eppure perfettamente regolato, come se tutto fosse esattamente nel posto in cui dovrebbe trovarsi.
L’aspetto museale delle opere di Laila Gohar, così incantate e fiabesche, ha al suo interno un’anima artigianale, l’eredità delle proprie origini egiziane esplicitata nella scelta di tessuti provenienti dalla sua terra e in progetti che coinvolgono componenti della sua famiglia, come la collaborazione con la sorella Nadia per il nuovo brand di accessori per la tavola “Gohar World”. Alla base, un’ironia che sembra fare eco al surrealismo di inizio Novecento e una rivisitazione dirompente delle cene borghesi degli anni Ottanta, la collezione Gohar World prende origine dal mondo visionario di Laila e si compone di piatti, bicchieri, tovaglie e candele a forma di cassatina, bavaglini per adulti, eggdress in pizzo, porta baguette in raso e altri oggetti che uniscono l’immaginario fantastico delle sorelle con le lavorazioni dell’atelier di famiglia.
Nel corso dei due eventi che hanno visto incontrare e dialogare in un flusso organico e armonioso di visioni l’arte e il design, la performer e il brand, le stanze di CIAM ad Alcova hanno respirato un’energia viva, verde, intrisa di umorismo e leggerezza: fra zucchine lunghissime, riflessi specchiati che allungano e proiettano ancora di più le forme delle installazioni, jeans di cioccolato e camicie trasformate in tovaglie come a ricordarci che lo spazio diventa vivo quando lo percorriamo.
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